Il Cardo Mariano, un amico del fegato
Il cardo mariano (Silybum marianum (L.) Gaertn., 1791) è una pianta erbacea biennale della famiglia Asteracee.
È diffuso in tutte le regioni del Mediterraneo dal livello del mare fino alla zona submontana. Più raro al nord, diventa più frequente passando al centro, al sud e nelle isole fino a diventare invadente. Si rinviene nei ruderi, lungo le strade, negli incolti.
Il cardo mariano è una pianta officinale, usata per il trattamento delle affezioni a carico del fegato. Per le sue proprietà è usato anche come ingrediente nella preparazione di liquori d'erbe. Il fitocomplesso è stato usato con successo nel trattamento in pazienti affetti da epatite cronica sintomatica, con scomparsa completa dei sintomi clinici, quali astenia, inappetenza, grave meteorismo, dispepsia, subittero, e con normalizzazione delle transaminasi. Gli stessi risultati si possono ottenere nei pazienti sottoposti a pesanti cicli di chemioterapia con gravi alterazioni biumorali e cliniche riguardanti la funzione epatica.
In fitoterapia, il Cardo mariano è utilizzato per trattare i disturbi digestivi. Riduce i vari sintomi della dispepsia (digestione difficile e dolorosa), ovvero gonfiore, nausea, eruttazione e dolore addominale.
Non molto tempo fa, i medici generalisti trattavano la dispepsia con sostanze amare come quella che si trova nel Cardo mariano. In Europa, questa pianta è utilizzata in diversi farmaci per il trattamento della dispepsia di origine epatica e biliare.
Inoltre, i suoi semi ed i suoi frutti contengono silimarina, un complesso di sostanze considerate altamente efficaci nella prevenzione e nel trattamento di varie malattie del fegato come cirrosi, calcoli biliari, itterizia o avvelenamento da sostanze tossiche.
Numerosi studi dimostrano i benefici del Cardo mariano in caso di malattie epatiche, in particolare epatite virale o alcolica e cirrosi di origine alcolica. In questi casi è spesso associato ad altre piante come il carciofo o il boldo.
Esercita un'azione epatopotrettiva nei confronti di numerosi agenti tossici (come alcol, alcuni farmaci e i principi velenosi del fungo Amanita phalloides)
Stimola la rigenerazione degli epatociti (le cellule del fegato)
Viene talvolta consigliato durante l'allattamento per le sue proprietà galattogene
Rinforza le pareti dei capillari
Agisce come antiossidante controllando il danno causato dai radicali liberi.
Il
fitocomplesso di Cardo mariano (soprattutto il componente silibinina)
riduce le transaminasi ed altri indici bioumorali nel decorso delle
epatopatie e sembra proponibile inoltre anche nella sindrome
epato-renale. Possibili, secondo lavori in vitro da confermare
in vivo, interazioni col citocromo P450, specie con l'isoforma
CYP 3A4 interessata al metabolismo di molti farmaci di sintesi. (P.
Campagna, Farmaci vegetali, Minerva Medica, ed. 2008)
Altri
flavonolignani presenti, però, hanno dimostrato delle proprietà
individuali che spiegherebbero parzialmente le capacità del
fitocomplesso di indurre una certa rigenerazione delle cellule
epatiche:
la silandrina interferirebbe con la sintesi dei trigliceridi ed è anche capace di modulare la funzione della cicloossigenasi II (inducibile nelle infiammazioni);
la silimonina è risultata essere un modulatore della pompa ATP-dipendente della multiresistenza ai farmaci (GP170/MDRG) e dell'enzima 17beta-idrossisteroide deidrogenasi.
È possibile, dunque, che l'azione generica sia quella di stimolare l'eliminazione cellulare delle tossine e ridurre la componente infiammatoria, presente nelle forme epatitiche grasse, alcoliche e da terapie ormonali con steroidi.
L'utilizzo a scopo terapeutico di questa pianta è noto fin dall'antichità ma l'isolamento e la caratterizzazione dei principi attivi sono stati completati negli anni settanta.
Le radici hanno proprietà diuretiche e febbrifughe. Le foglie hanno proprietà aperitive.
Si può utilizzare anche in decotto o infuso, però con una certa cautela nei pazienti sofferenti di ipertensione, a causa della presenza della tiramina. Un modo di preparare l'infuso è il seguente: portare ad ebollizione un litro di acqua; versare circa 12 grammi di semi di cardo mariano e continuare a far bollire per 15 minuti; spegnere il fuoco, lasciare riposare per 10 minuti ed infine filtrare. Per una tazza grande (400 ml), la dose di semi è pari all'incirca ad un cucchiaino da tè (4.7 grammi).